Livorno ed i suoi canali
Livorno, la città toscana fondata dalla famiglia dei Medici, possiede un sistema unico di antichi Canali, i cosiddetti “Fossi”.
Il Fosso Reale è un fossato (da non confondersi con canale) che in origine seguiva il perimetro della città fortificata e che, in seguito, con l’abbattimento dei bastioni, ha perso definitivamente la sua funzione difensiva.
Il sistema dei fossi e dei canali livornesi, seppur soggetto a numerose modifiche nel corso dei secoli, mantiene inalterato gran parte del proprio fascino, tanto è vero che, sin dal 2002, ne è stato caldeggiato l’inserimento nella lista dei Patrimoni dell’umanità.
Inoltre la tradizione vuole che Amedeo Modigliani, sconfortato dai poco lusinghieri giudizi degli amici, abbia gettato nel Fosso Reale, nel tratto compreso tra il Mercato delle vettovaglie e la chiesa degli Olandesi, alcune sue sculture; nei primi anni ottanta, furono avviate le opere per la loro ricerca, con il ritrovamento di tre teste, inizialmente attribuite al maestro, ma che poi si rivelarono dei clamorosi falsi.
La Fortezza vecchia si presenta con una pianta pentagonale, ha possenti mura in laterizio ed è circondata, eccetto un lato che si presenta interrato, dai Fossi Medicei, i canali navigabili che attraversano il centro storico della città.
Il Quartiere della Venezia si trova nel cuore della città di Livorno e ne rappresenta il vero centro storico. Adesso i barconi, con i quali usava spostarsi nei secoli scorsi, hanno lasciato il posto alle barche da diporto mentre gli antichi magazzini ora ospitano caratteristici locali e ristoranti.
Il canale sotto Piazza della Repubblica rappresenta una delle più grandi e caratteristiche piazze della città. La piazza è nota come «Voltone», per la presenza della grande volta (240 metri) che copre il Fosso Reale.
Le cantine storiche della zona, site nel “Quartiere Pontino” che si affacciano sullo specchio d’acqua antistante la Fortezza erano una volta luogo di lavorazione di acciughe, baccalà e salacche da parte degli abitanti del rione.
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By Romano Lovari