Carrara – “Le cave di marmo”
Tutti conoscono il marmo, ma in pochi sanno come veniva scavato, trasportato e lavorato. Per questo nasce la Cava Museo Fantiscritti creata dal signor Walter Danesi dopo quarantanni di ricerche sita nel cuore delle cave di marmo di Carrara, storica cittadina posta ai piedi delle Alpi Apuane.
Il Museo è situato in uno scenico panorama immerso nel bianco del marmo rende unico questo luogo fatto di storia e di fatica dell’uomo.
Le cave di pietra delle Alpi Apuane erano probabilmente già utilizzate durante l’età del Ferro dai Liguri di Ameglia (località Cafaggio, SP).
L’attività estrattiva vera e propria si sviluppò a partire dall’epoca romana, e conobbe il maggiore sviluppo sotto Giulio Cesare (48-44 a.C.).
Delle cave più antiche, distribuite nei bacini di Torano, Miseglia e Colonnata, non resta molto, poiché l’attività estrattiva protrattasi nei secoli ha causato la loro progressiva distruzione. In tal modo, cave come quella di Polvaccio e Mandria (Torano) e Canalgrande (Miseglia) sono andate perdute. Sono, invece, ancora integre le cave di La Tagliata (Miseglia) e Fossacava (Colonnata)
Dal V secolo l’attività estrattiva subì un periodo di stasi a seguito delle invasioni barbariche. Più tardi, con la maggiore diffusione del cristianesimo, il marmo fu richiesto in grandi quantità per l’edificazione degli edifici religiosi e per il loro arredo interno.
Durante il Rinascimento fu il marmo utilizzato da Michelangelo, che veniva a scegliere personalmente i blocchi su cui lavorare.
Nel XX secolo si fece ampio uso del marmo di Carrara durante il fascismo: Mussolini donò perfino del marmo per una delle due moschee della Spianata del Tempio di Gerusalemme
All’interno della Cava Museo Fantiscritti, sculture a grandezza Naturale mostrano l’antico mestiere ma anche come il creatore Walter Danesi viveva assieme alla famiglia fino al 1960.