Montalcino – Visita alle cantine San Polo
Formatosi in ere geologiche diverse, il territorio di Montalcino ha caratteristiche del suolo estremamente mutevoli per costituzione e struttura. Nelle zone più alte i terreni sono mediamente argillosi, ricchi di calcare, frammisti ad ampie zone tufacee.
Posizione e microclima fanno di Montalcino una tra le aree più vocate in Toscana alla coltivazione del Sangiovese. I vigneti in particolare hanno un’esposizione, sud – sud/ovest, ed un altitudine, 450 metri, invidiabili per far grande questo vitigno. I terreni poveri sono identificabili in galestro ed alberese, arenarie fini, calcari a grana fine, calcari marnosi, marne dal contenuto microfaunistico.
Collocati su un poggio ricevono ventilazione costante, capace di evitare nebbie, gelate o brinate tardive e di ridurre l’incidenza di attacchi parassitari garantendo la maturazione di uve perfettamente sane.
Le radici di questo grande vino affondano nello studio delle potenzialità di un clone del vitigno Sangiovese, il Sangiovese Grosso, qui chiamato Brunello per il colore particolarmente scuro degli acini.
Le prime produzioni di questo rosso che dimostrò subito eccellenti qualità risalgono alla metà dell’Ottocento. Conosciuto ed apprezzato solo localmente anche a causa dell’elevato prezzo di vendita, il Brunello di Montalcino diventa un vino di fama intorno al 1950, conquistando il mercato italiano e poi quello estero.
A preservarne definitivamente l’indubbia eccellenza, nel 1967 nasce l’omonima DOC, che nel 1980 diventa DOCG.
Fotografo: Silvio Iaccarino