Museo delle Officine Galileo e Deposito Rotabili Storici Pistoia
MUSEO OFFICINE GALILEO
Fondato nel 2006, il Museo ha rilevato l’eredità delle Officine Galileo di Firenze, una delle più antiche aziende italiane di alta tecnologia le cui origini risalgono al 1864, produttrice di strumenti ottici e astronomici.
Situato in una cascina adiacente lo stabilimento dalla Divisione Elettronica di Leonardo SpA, a Campi Bisenzio (FI), il Museo è un piccolo scrigno di diverse tecnologie: dai radar ai visori ottici, dagli strumenti per applicazioni spaziali agli apparecchi avionici, piccoli oggetti curiosi, come macchine fotografiche d’inizio secolo, generatori per l’illuminazione delle carrozze e binocoli da teatro.
Le origini delle Officine Galileo vanno ricercate nella lunga tradizione fiorentina nel settore della costruzione di strumenti ottico/scientifici di misura e di precisione, tradizione che trae le proprie origini nell’opera dello stesso Galileo Galilei e nell’impulso che a tale attività era stato dato dalla famiglia Medici già nel XVII secolo, anche con l’assenso della storica Accademia del Cimento nel 1657 (oggi si direbbe “dell’esperimento”). Nel viaggio offerto dal percorso museale si guarderà attraverso “le lenti del passato” ritrovando radar, calcolatori, fotogrammi, visori, macchine fotografiche, strumenti elettrici, misuratori meccanici di precisione e apparati spaziali.
In mostra, con l’intento di ricostruire un percorso storico, sono esposti dagli oggetti “antenati” di quelli che tutt’oggi si producono – ma con strumenti all’avanguardia – alle produzioni ormai considerate “storiche” e fuori uso, fino ai prodotti più recenti.
Tra le peculiarità presenti all’interno del Museo, l’orologio astronomico a pendolo donato al Museo dall’Osservatorio Ximeniano di Firenze. Realizzato dalle allora Officine Galileo, nel 1884, per anni è stato utilizzato per sincronizzare tutti gli altri orologi presenti nell’Osservatorio, e, talvolta, anche per la trasmissione del segnale orario R.A.I.
La sala degli strumenti didattici, prodotti dalle Officine Galileo e forniti a Università e Centri Studi fino al 1978 (anno in cui poi cessò la produzione), espone una piccola raccolta di strumenti appositamente realizzati per condurre esperimenti di fisica, chimica, meccanica, idraulica, elettrotecnica. Un percorso, questo, che permette di avere un occhio di riguardo anche nei confronti di studenti liceali e universitari che possono usufruirne e comprenderne meglio i meccanismi di funzionamento.
DEPOSITO ROTABILI STORICI PISTOIA
Il Deposito Rotabili Storici di Pistoia ha riaperto i battenti al grande pubblico, vi sono esposte macchine a vapore e treni storici in manutenzione. Completati gli interventi di recupero architettonico e funzionale dell’antica officina di manutenzione delle locomotive, è stato inaugurato il 20 ottobre 2017, per preservare e valorizzare l’immenso patrimonio di storia e di tecnica delle Ferrovie dello Stato.
Ivi sono esposti numerosi mezzi storici, tra cui: la gru ferroviaria che solleva una locomotiva fuori uso, la piattaforma in moto per le operazioni di giratura di una vaporiera; gli stand allestiti dagli infaticabili volontari delle associazioni locali con fotografie, plastici, modelli e pubblicazioni di argomento ferroviario.
Il Deposito pistoiese è un luogo d’altri tempi, nato per mantenere viva la memoria di una tradizione secolare, quella della locomotiva a vapore, gigante dal muso nero rumoroso e sbuffante che suscitava perplessità e incuteva terrore. Dei 12 siti di cui la Fondazione dispone per il ricovero e la manutenzione dei treni storici, la struttura pistoiese è una delle più antiche e prestigiose: è la più importante d’Italia nelle potenzialità d’intervento sulle macchine a vapore ed è assolutamente competitiva con le poche strutture simili esistenti ed attive in Europa. Si tratta di una produzione industriale unica, anzi, di una forma di artigianato avanzato che denota un’arte e una perizia oggi, purtroppo, in via di estinzione.
Entrato in esercizio nel 1864 parallelamente all’apertura della linea ferroviaria Porrettana, il Deposito ha visto, in oltre 150 anni di vita, il passaggio e l’evoluzione di numerose locomotive FS, a vapore, diesel ed elettriche, che venivano mantenute in efficienza. Qui è ampiamente documentata l’evoluzione del trasporto su rotaie in Italia attraverso le industrie operanti nel settore: Ernesto Breda e Officine Ansaldo, Fiat e OM sono i marchi ben visibili sui rotabili. Dalle locomotive a vapore alimentate a carbone, alle automotrici diesel, meglio conosciute come “littorine”, al primo ETR, l’elettrotreno che negli anni ’30 stabilì il record di velocità superando i 200 chilometri orari. Allora l’Italia era all’avanguardia nel settore dei trasporti (ed era forte il bisogno di dimostrarlo) attraverso la produzione di macchine che nelle varie epoche hanno rappresentato il culmine dello sviluppo tecnologico ed il preludio al recente Freccia Rossa 1000, in grado di superare i 300 chilometri orari.
Vero e proprio vanto sono alcuni pezzi unici, come la 741.120, risalente agli anni ’20, modificata nel 1958, l’unica locomotiva funzionante al mondo dotata del sistema Franco Crosti, un brevetto italiano che consentiva di sfruttare al meglio i fumi della combustione per preriscaldare l’acqua prima di immetterla in caldaia, oppure la D 342.4010, l’unica locomotiva diesel idraulica rimasta in servizio e risalente agli anni ’50, quando le Ferrovie dovevano decidere quale dei sistemi diesel, idraulico od elettrico, utilizzare, propendendo poi per la seconda soluzione.
E, ancora, le uniche due littorine di anteguerra ancora funzionanti, ALn 772.3265 e ALn 556.2331, datate rispettivamente 1943 e 1936. In attesa di restauro è la 746.038, la più grande locomotiva a vapore costruita in Italia per le FS, l’ultima progettata in Italia prima della completa elettrificazione della rete fondamentale, il “gigante” delle locomotive italiane: ideata per trainare treni diretti di composizione pesante, era capace di sviluppare ben 1750 cavalli vapore di potenza e di raggiungere la velocità di 100 km orari.
Non meno importante la dotazione archivistica che presto sarà messa a disposizione, costituita da una immensa quantità di documenti relativi alle locomotive in genere, provenienti dalla sede dell’ex Servizio Materiale e Trazione in viale Spartaco Lavagnini a Firenze, dove per più di centotrenta anni sono stati progettati tutti i rotabili FS.
All’aperto, sono collocati i rotabili in attesa di interventi; dentro un capannone stanno le macchine in riparazione: in tutto una quarantina di mezzi. Un museo a cielo aperto quello del Deposito Rotabili di Pistoia dalla struttura dinamica: qui i treni storici approdano e ripartono per percorrere tratti ferroviari un tempo a rischio dismissione, oggi recuperati a scopo turistico, in un elogio della lentezza che permette di esplorare in tranquillità luoghi pieni di fascino.
Fotografie di Silvio Iaccarino e Andrea Rinaldi